Spesso nei disturbi alimentari dell’infanzia si può risalire al periodo dello svezzamento, prima grande esperienza di separazione della madre e del/la bambino/a, che si trovano di fronte ad un “lutto” da elaborare. Perdita che trova il più delle volte il piccolo individuo non disponibile per la fusione degli impulsi libidici ed aggressivi, e che nella madre slatentizza l’ambivalenza negata nei confronti del proprio bambino/a (in realtà, nei confronti dei propri oggetti interni genitoriali). Il/la piccolo/a, divenuto/a il contenitore privilegiato di tale ambivalenza, attiva meccanismi di controllo onnipotente sia sulle inevitabili proiezioni persecutorie genitoriali che sui propri impulsi distruttivi, attraverso il rifiuto o un’importante selettività del cibo.