Anche se, a prima vista, riso e sacro sembrano concetti antitetici, dato che il sacro, come la tragedia, affonda le sue radici in ciò che la natura umana è incapace di padroneggiare, non è forse vero che non c’è funerale dove ad un certo punto non si rida? Attraverso una lettura della comicità effettuata con i costrutti della teoria psicoanalitica, oltre che con incursioni nella letteratura, nell’antropologia e nella cultura, questo breve saggio rappresenta un tentativo di coniugare in modo felice profondità e leggerezza. E, senza rinunciare a vedere nel riso anche un’espressione di cattiveria e malignità (sia pure sublimata ed edulcorata), intende mostrare come lo scherzo possa indicare, alla stregua di una rivelazione, una via di accesso privilegiata a verità prima d’allora piuttosto irraggiungibili. A tal fine, più che sul comico a livello estetico, sarà necessario concentrarsi sulla comicità quotidiana che rivela in maniera più immediata la natura primordiale e arcaica del bisogno di ridere: un bisogno di cui l’umanità non ha mai potuto fare a meno e che perciò, con valide ragioni, si considera universale. Se, come ha sostenuto René Girard, il sacro affonda le sue radici nella violenza, nella misura in cui anche lo scherzo è un atto aggressivo, la sua relazione con il sacro non può che essere quanto mai stretta e significativa.

El fenómeno místico aparece como una constante universal en todas las formaciones religiosas. Pero el debate sobre su carácter regresivo, insano, o propulsivo y benéfico que pudiera comportar la vivencia mística fue y sigue siendo objeto de una encendida controversia. Pero más allá de la cuestión clínica, el fenómeno místico se presenta como una particular forma de experiencia en la que las estructuras psíquicas más profundas se encuentran inequívocamente comprometidas. Determinar cuáles son esas dimensiones del psiquismo implicadas y el sentido que puedan tener en la dinámica global de la personalidad constituye un objetivo central del presente estudio.

In The Myth of Desire: Sexuality, Love, and the Self, Carlos Domínguez-Morano draws on psychoanalysis to explore the broad and complex reality of the affective-sexual realm encompassed by the term desire, a concept that propels individual aspirations, pursuits, and life endeavors. Domínguez-Morano takes a global perspective in order to introduce a methodology, examine the present sociocultural determinations affecting desire, review the main stages in the evolution of desire, and reflect on affective maturity. Domínguez-Morano further explores the five basic expressions of desire: falling in love and being a couple, homosexuality, narcissism and self-esteem, friendship, and the derivative of desire by way of sublimation. Scholars of psychology, philosophy, and sociology will find this book particularly useful.

The book confronts psychoanalysis and faith, showing how a purified vision of faith can emerge through the crucible of psychoanalysis.
Part One centers on Freud’s position on religion. Part Two on the relation with God of a person undergoing psychoanalysis and the child’s image of God against the one Jesus brings, before facing the problem of unconscious guilt feelings with the knowledge from sin and salvation.
Part Three opens with sexuality, the secondary role that Jesus grants it in the Gospels and the central one it takes for so many Christians. The believer and authority: obedience, and the necessary change in the relations with power that may fit both the Gospel and present-day democratic sensibility. The unconscious, pathological roots of the relation with money, against evangelical poverty: special meaning for the vows of poverty, chastity and obedience.